Il Women’s Equality Day, ossia la Giornata dell’Uguaglianza delle Donne, commemora la firma del diciannovesimo emendamento americano che ha concesso alle donne il diritto di voto. Celebrata ogni anno il 26 agosto, questa ricorrenza viene utilizzata come piattaforma per aumentare la consapevolezza delle battaglie che le donne devono tutt’oggi affrontare per affermare il loro valore e il loro posto nel mondo.
Nonostante i progressi raggiunti nella lotta alla parità di genere e nell’emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo.
La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come una rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera.
“Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e ragazze”: questo è l’obiettivo numero 5 dell’Agenda 2030. In cosa si traduce? Innanzitutto, nella volontà di porre fine, ovunque, a qualsiasi forma di discriminazione e violenza nei confronti del genere femminile, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Inoltre, è fondamentale garantire alle donne la piena ed effettiva opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica. Ancora oggi, infatti, la percentuale di donne al potere è nettamente inferiore a quella degli uomini, basti pensare che al Parlamento europeo siede il 36% di donne. Considerando i 27 Paesi dell’Unione Europea e il Regno Unito, solo il 14,3% dei premier è donna e tra i presidenti la quota sale appena al 21,4%. L’Europa conta un 30% di ministri donne contro il 19% su scala mondiale. Su scala globale, su circa 200 Paesi, solo 20 sono guidati da capi di Stato donne.
L’uguaglianza di genere non è dunque un mero obiettivo numerico ma l’indispensabile presupposto per perseguire gli altri obiettivi di bene comune fissati nell’Agenda 2030: clima e cura del pianeta, lotta alla povertà, pace e giustizia, tutela dei minori e delle persone fragili, comunità e città sostenibili, consumo responsabile.
Non è più in gioco solo una questione di diritti di una parte del genere umano ma di responsabilità da condividere insieme per un futuro migliore!