HAI MAI SENTITO PARLARE DI ITALIAN SOUNDING?
L’Italian Sounding è un fenomeno che fa riferimento a tutti quegli elementi che richiamano l’italianità del prodotto, della materia prima e del processo di produzione o trasformazione. In altre parole, quando etichette, simboli, colori, nomi o figure di prodotti evocano il nostro Bel Paese, si parla di Italian Sounding.
È un dato di fatto che esistano brand, non italiani, che sfruttano l’italianità come caratteristica dei loro prodotti per trarne un enorme vantaggio, data l’ottima reputazione di cui gode il nostro Paese all’estero.
L’utilizzo improprio di questi elementi mira a promuovere prodotti realizzati al di fuori dei confini italiani che non hanno alcun collegamento con il Made in Italy e finiscono per ingannare il consumatore, portandolo ad acquistare qualcosa di non autentico.
La buona cucina italiana all’estero è molto richiesta ma non altrettanto conosciuta. Molto spesso accade che i consumatori fatichino a riconoscere un prodotto che di italiano non ha nulla se non il tricolore stampato sulla confezione. Risulta perciò facile affascinare il consumatore straniero che non ha una conoscenza approfondita dell’autentico cibo Made in Italy.

È importante specificare che il fenomeno dell’Italian Sounding non dev’essere confuso con le attività di contraffazione. La contraffazione è un vero e proprio illecito, perseguibile legalmente, che si presenta quando vi sono delle violazioni di marchi, di denominazioni (DOP, IGP, DOC, DOCG, STG), di brevetti o di loghi.
Se la contraffazione può essere legalmente impugnabile e sanzionabile, la stessa cosa non vale per i prodotti cosiddetti di Italian Sounding che si servono di denominazioni geografiche, immagini, colori e marchi che richiamano l’Italia, inducendo il consumatore ad associare erroneamente l’imitazione al prodotto autentico italiano. Per citare alcuni esempi: Parmesan, che imita il Parmigiano Reggiano, Mozarella, che viene spacciata per mozzarella di bufala, Salsa Pomarola, venduta in argentina, Zottarella prodotta in Germania, e Spagheroni olandesi.
Tra le tipologie di prodotti più colpiti ci sono le categorie che più di altre hanno conquistato consenso e quote di mercato a livello internazionale: dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche olio extravergine, sughi e pasta. A differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, ad imitare il cibo italiano non sono i Paesi poveri ma soprattutto quelli emergenti e più ricchi, a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia.
La diffusione di questi prodotti rappresenta un vero e proprio blocco all’aumento delle esportazioni del vero Made in Italy e i prodotti fake sottraggono quote di mercato ai prodotti autentici.
QUALI SONO I PRODOTTI ITALIANI PIÙ IMITATI ALL’ESTERO?
In testa alla classifica ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal Parmesao brasiliano al Reggianito argentino fino al Parmesan diffuso in tutti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina.

Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la Mortadella Bologna, per non parlare poi delle conserve, come il pomodoro San Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti.
Dal Bordolino argentino, nella versione bianco e rosso, al Kressecco tedesco, per poi passare al Barbera bianco prodotto in Romania e al Chianti fatto in California, sono invece alcuni esempi delle contraffazioni e imitazioni dei nostri vini più prestigiosi.
Chi perde maggiormente in questo meccanismo sono da un lato i produttori locali, costretti ad abbassare qualità e prezzi, dall’altro, ovviamente, i consumatori, a cui arrivano prodotti sempre più di bassa qualità.
In una cultura dominata della falsificazione, la volontà di investire davvero nel Made in Italy e tutelarlo rimane primaria. Grazie al potenziale dell’innovazione e del digitale, emergono sempre più casi di aziende appartenenti al mondo del Food&Beverage che si stanno affidando a tecnologie all’avanguardia per sconfiggere le logiche di contraffazione e garantire la trasparenza della filiera alimentare.
Sebbene sia complesso mettere un freno all’Italian Sounding, la strategia vincente è quella di educare il consumatore a riconoscere ed apprezzare le autentiche eccellenze della nostra amata Italia!