LA SVOLTA DELLA NORVEGIA
Ritoccare una foto prima di postarla sui social? In Norvegia segnalarne il ritocco diventerà obbligatorio, almeno per quanto riguarda i contenuti pubblicitari. Il Paese sta cercando di contrastare standard di bellezza irrealistici e potenzialmente nocivi per i giovani con una nuova legge che rende illegale per gli inserzionisti e gli influencer condividere foto promozionali sui social media senza dichiarare che le immagini sono state modificate.
La legge, introdotta come parte di un disegno di legge del Ministero norvegese per l’infanzia e la Famiglia, è stata approvata dal parlamento norvegese l’11 giugno e vuole garantire che i post in cui viene ritoccato il corpo di una persona vengano chiaramente contrassegnati da un’apposita etichetta progettata dal governo.
Gli standard di bellezza imposti dai social causerebbero pressione negli utenti ed insicurezza sociale. Secondo una ricerca del Common Sense Census, infatti, tra gli adolescenti attivi sui social network, il 35% ha riferito di essersi preoccupato che la gente li taggasse in foto poco attraenti, il 27% ha dichiarato di sentirsi stressato per il loro aspetto quando pubblicano foto e il 22% si sente poco apprezzato quando nessuno commenta o mette “mi piace” alle foto pubblicate.

La nuova normativa riguarderà qualsiasi alterazione che influisca sull’aspetto delle dimensioni del corpo, della forma o della pelle, compreso anche l’uso di semplici filtri di Instagram. «Si spera che la misura dia un contributo utile e significativo per arginare l’impatto negativo che tale pubblicità ha in particolare sui bambini e sui giovani», auspica il ministro della Famiglia norvegese Kjell Ingolf Ropstad, ricordando che gli standard di bellezza diffusi dalla pubblicità contribuiscono alla bassa autostima tra i più giovani.
Nel Paese il dibattito sulla cosiddetta “kroppspress”, espressione che letteralmente significa “pressione riguardo al corpo” è acceso da tempo. Influencer e inserzionisti che violeranno la legge, che entrerà in vigore quando sarà firmata dal re Harald V., verranno multati.
COSA CAMBIA ORA?
Il logo (e le multe) entreranno in vigore la prossima estate, quindi le agenzie pubblicitarie norvegesi hanno ancora un anno per adeguarsi alla nuova normativa. Rimane però il fatto che il Paese è il primo a introdurre una politica sull’immagine e la sua distorsione, un tema che soprattutto per i giovani è molto impattante dato il numero di ore che passano sui social o comunque collegati alla rete.
Si dovranno esplicitare le foto dei corpi che non sono «al naturale» per dimensioni, colore della pelle o della forma, mentre per quanto riguarda prodotti e paesaggi non si dovranno fare delle dichiarazioni particolari, per cui se un tramonto viene reso più colorato o uno sfondo meno nitido, non ci saranno controlli (per ora).

Una notizia del genere, verrebbe da pensare, avrà fatto scalpore tra gli influencer norvegesi scatenando le proteste. Invece sono stati proprio loro, tramite i media locali, a chiedere che questi controlli si possano ulteriormente allargare alle immagini in generale, non solo ai corpi. Il dubbio, però, è che così diventi davvero difficile capire quali potrebbero diventare i limiti della legislazione nei confronti del lavoro dei professionisti del mondo della fotografia.
Siamo davanti a un bivio epocale, di fronte al quale la pubblicità non si è mai trovata: dobbiamo scegliere tra etica e trasparenza oppure il suo contrario. Da che parte saremo chiamati a schierarci?