A CHI PARLA IL BRAND? AUDIENCE, PUBBLICO DI RIFERIMENTO

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Per capire i metodi qualitativi di ricerca si parte dalla Netnografia, ovvero la “etnografia digitale”: lo studio dei territori digitali e della popolazione che abita in questi territori. Attraverso la Netnografia si ricavano gli small data, le estetiche social, i codici condivisi, testi e sottotesti. Da dove si inizia per conoscere il proprio pubblico? Si parte da macro-divisioni e dalle caratteristiche delle diverse generazioni, l’insieme di persone unite da una mentalità comune e da eventi storico-culturali condivisi.

  1. SILENT GENERATION (1928-1945):
  • Resistenti per via del loro passato
  • Oggi sono online come fruitori
  • Guardano video su Youtube
  • Il web è antidoto alla solitudine o ponte con figli e nipoti
  1. BABY BOOMER (1946-1964):
  • Testimoni indiretti delle grandi rivoluzioni
  • Cresciuti nel boom economico e demografico
  • Fruitori consapevoli del web
  • Su Facebook hanno un comportamento voyeuristico (amano vedere cosa fanno gli altri, soprattutto i propri coetanei)
  • Frequentatori di community
  1. GENERAZIONE X (1965-1980):
  • Testimoni di grandi rivoluzioni di natura politica, sociale e tecnologica
  • “Generazione sandwich” (in mezzo tra la cura dei genitori e quella dei figli adolescenti)
  • Non sono nativi digitali ma se la cavano
  • Sono online per lavoro o per condividere le proprie passioni
  1. GENERAZIONE Y/MILLENNIAL (1981-1996):
  • Spettatori e fautori di avvenimenti storici che hanno cambiato le dinamiche del mondo
  • Da scrittura su tastiera a scrittura sugli schermi
  • Produttori di contenuti – Youtube
  • Sempre connessi, amanti dei formati visivi
  • Sensibili alla rappresentazione di sé online
  1. GEN Z (1997-2012):
  • Sfida agli stereotipi: più inclusivi, fluidi, no etichette
  • Lottano per diritti civili e sostenibilità
  • Creatori di contenuti ancora più dei Millenial (TikTok)
  • Immediatezza – messaggi vocali e dirette social
  1. GEN ALPHA (2013-2015):
  • Cosa vuol dire essere bambini durante l’emergenza sanitaria?
  • Diverso approccio al contatto fisico e vocale con i dispositivi
  • Ritorno all’oralità: preferiscono relazionarsi a voce con la tecnologia